Intelligenza artificiale e big data per ridurre il numero di parti cesarei grazie a un nuovo modello di gestione e alle più moderne tecnologie. La pratica del cesareo in Italia, infatti, rappresenta un problema sia per il Sistema Sanitario Nazionale che per le pazienti e i neonati coinvolti. Infatti può comportare rischi di breve e lungo periodo e sebbene sia una pratica straordinaria quando necessario non se ne dovrebbe mai abusare. A questo va aggiunta anche una questione economica con un incremento di costi diretti e indiretti legati al parto di circa il 36% rispetto a quello naturale.
È nato così il progetto Tree4Nb che vede come capofila l’Innovery Spa, azienda specializzata in Big Data, il Centro Interdipartimentale per la Ricerca in diritto, economia e management della Pubblica Amministrazione e il dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno, e ha ottenuto un finanziamento attraverso i Fondi Europei di Sviluppo Regionale della Regione Campania. Progetto fondamentale se si considera che nella sola Campania la percentuale dei tagli cesari raggiunge il 59,5% nonostante l’Oms si raccomandi di non superare il 15% in ogni regione.
«Siamo lieti di essere i capofila di un progetto così ambizioso e innovativo per la regione, avviato grazie alla collaborazione con l’Università di Salerno. – spiega Gianvittorio Abate, ad di Innovery Spa – Per la sua realizzazione abbiamo utilizzato una combinazione di piattaforme digitali».
In definitiva Tre4Nb acquisisce, archivia e processa i dati relativi a una pluralità eterogenea di variabili cliniche ed extra-cliniche su pazienti, operatori sanitari e strutture assistenziali e dall’insieme di queste info con alcuni algoritmi predittivi elabora modelli virtuosi che tuteleranno nel tempo la salute delle partorienti e dei nascituri e renderanno efficiente il percorso di cure supportando il processo di digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale.